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La Vita. Un bacio divino in forma di vento

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«Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito vitale e l’uomo divenne un essere vivente» (Gen 2,7). Con queste parole il libro della Genesi descrive la creazione dell’uomo, quel momento in cui la polvere e la terra diventano viventi. La vita è il miracolo che fa respirare la terra, il segreto che rende sensibile la materia, lo stupore che fa di un pugno di polvere un soffio d’eternità. Nel racconto della Genesi l’uomo non è la prima delle creature viventi, prima ci sono gli animali, «gole viventi», desideri animati in forma di carne (Gen 1,20). Ma la vita umana è di più, è diversa. L’uomo non è una gola che respira, l’uomo è un bacio divino in forma di vento e d’argilla. La vita è questo inestricabile pudore di polvere, terra e spirito. La vita non è carne che si muove, come una sorta di Golem animato da un’altrui volontà, antica prolusione del robot e dell’intelligenza artificiale. E non è nemmeno un software sofisticato che manovra ossa e muscoli. La vita è il di più che non sappiamo dire, la sorpresa della libertà e dell’intelligenza che prende coscienza di sé e plasma mondi e pensieri. La vita è il respiro trattenuto dell’universo che si arresta di fronte all’impossibile e prende forma di parola e di sogno. La vita è la presa d’atto di un dono, quello che ci fa essere al posto del nulla e ci fa dire, «Io ci sono». Possiamo viverla bene o male, accettarla o rifiutarla questa vita; ma essa è e rimarrà sempre testimone di un mistero che ci abita e ci precede, un mistero più grande di noi e di ogni pensiero. Il mistero che chiamiamo Dio, Lui nel quale è la Vita (Gv 1,4) che Egli, senza misura, continua a respirare nell’universo (Gv 3,34).