Primo giorno di pellegrinaggio…
poche parole, tante attese, tanti desideri. La terra santa sembrava aspettarci, ogni volta diversa, ogni volta cresciuta. La senti, mentre ne calpesti le strade, che geme ferita da muri di divisioni e cemento che ne riempie l’orizzonte. La vedi, percorsa dal correre della gente al lavoro; nel suono invadente di macchine sfreccianti tra le minuscole strade di Nazaret infestata di luci esagerate e di angoli in ombra, nell’improvviso sacrore di candele che invita alla preghiera; nel profumo speziato dei legni di antichi negozi.
La senti questa terra di santità che cresce nel cuore sulla pietra levigata che indirizza il cammino, fino là… alla porta dove tutto ebbe inizio, tra le semplici pareti di roccia e di malta di una casa, nel coraggio di un “si” che si abbandona all’impossibile, che crede al di più, che si affida al mistero, che si lascia condurre senza rinunciare al desiderio di capire, obbediente alla Parola che invita ad aprirsi e a credere…
e ti accorgi che è qui tutto il pellegrinaggio, nel segreto di queste mura senza parole, nella memoria silenziosa di questa scoperta,
che che sei tu, siamo noi,
quella casa dove Dio continua a parlarci.
Grazie Maria, grazie Nazaret,
grazie monumenti che distillate nel tempo la memoria del sempre possibile si che riapre la vita, la nostra e quella del mondo intero.
Nazaret, 29 gennaio 2018
