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Settimana Santa 2018 – Triduo Pasquale ed Orari

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Orari delle Celebrazioni della Santa Pasqua 2018

La domenica delle palme

Da questa domenica ha inizio la Settimana santa.
In questo giorno la Chiesa fa memoria dell’ingresso di Cristo in Gerusalemme per compiervi il suo Mistero pasquale.
Nella liturgia rivivono e si rivelano i due aspetti fondamentali della Pasqua:
– l’ingresso messianico in Gerusalemme
– la memoria della sua Passione.
Non si tratta di fare un pio ricordo, ma di rendere presente oggi l’avvenimento.
La liturgia dà rilievo alla processione in onore di Cristo Re, facendo attenzione a che non si favoriscano i fedeli a dare valore soltanto al ramo d’ulivo, trascurando il vero significato della celebrazione. La benedizione dei rami è essenzialmente finalizzata alla processione.


La Pasqua celebrata in tre giorni

“Il Triduo pasquale della Passione e Resurrezione del Signore ha inizio dalla Messa in cena domini, ha il suo fulcro nella Veglia pasquale e termina con i Vespri della Domenica di Resurrezione.”
Questo triduo è la realtà stessa della Pasqua del Signore celebrata in tre giorni: il venerdì celebra la morte, il sabato la sepoltura, la domenica la resurrezione. Ogni giorno del triduo richiama l’altro e si apre sull’altro. Il centro di gravitazione dei tre giorni è la Veglia pasquale con la celebrazione eucaristica.


La messa “in Cena Domini”

Nella Messa “in cena domini” la Liturgia ricorda l’istituzione dell’Eucaristia, celebrando il memoriale dell’ultima cena.
Importante sottolineare che la vera Eucaristia pasquale è quella delle Veglia.
Questa messa ha un carattere festivo, unitario e comunitario.
Deve partecipare tutta la comunità, perché appaia una celebrazione che ha per soggetto il popolo di Dio riunito dal sacrificio di Cristo che è presente nel segno della cena.
Il Vangelo parla della figura di Cristo che, pur essendo Signore e maestro, si fa servo, lavando i piedi agli apostoli.
In questo contesto va visto il rito della “lavanda dei piedi” che in tutte le chiese si può celebrare dopo l’omelia della “Messa in Cena Domini”.
Il rito deve aiutare a comprendere meglio il grande e fondament6ale precetto cristiano della carità fraterna.


Ogni comunità è giudicata dall’ Eucaristia che celebra

Il gesto dell’ultima cena compendia e interpreta tutta la vita e la missione di Gesù. La celebrazione della Cena del Signore è l’incontro più forte della comunità credente con il Risorto e con i fratelli.
Perché una comunità cristiana possa celebrare degnamente il mistero eucaristico, è necessario che i fedeli si sforzino di formare tra loro, durante tutta la settimana, una vera comunità, una vera famiglia, i cui membri si considerino come veri fratelli.
La celebrazione dell’Eucaristia è il luogo e il criterio per verificare la vita della comunità, in altri termini è il momento per verificare se sappiamo “far Chiesa”.
Si tratta allora di celebrare l’Eucaristia come “annuncio della morte del Signore sino alla sua venuta” da parte di una comunità che esprime con la vita, e non a parole soltanto, il senso salvifico e liberatore della morte del Signore.


Venerdì Santo

Il venerdì santo non è considerato dalla Liturgia un giorno di lutto e di pianto, ma un giorno di amorosa contemplazione del sacrificio di Gesù.
L’elemento fondamentale e universale della Liturgia di questo giorno è la proclamazione della Parola: possibilmente celebrata alle tre pomeridiane, ora della morte di Gesù, in cui viene letta la Passione secondo Giovanni.
Dalla contemplazione del mistero, fondata sulla Liturgia della Parola nel tempo si è passati ad una specie rappresentazione visiva che si è sviluppata nella devozione popolare: la via crucis o la processione di Gesù morto.
Dopo le letture e l’omelia la Liturgia della Parola si conclude con la solenne preghiera dei fedeli. Con questa solenne preghiera tutta la famiglia di Dio e tutta l’umanità è come portata ai piedi della Croce sulla quale Cristo muore per tutti.
A questo punto del rito abbiamo la presentazione e adorazione della Croce in cui la Chiesa innalza il segno della vittoria del Signore.
Si termina con la Comunione; non si celebra l’Eucaristia quindi l’altare è interamente spoglio senza croce, senza candelieri e senza tovaglie.
Il venerdì santo è giorno di digiuno, da protrarsi possibilmente anche al sabato santo, come segno esteriore di partecipazione interiore al Sacrificio di Cristo.


Sabato Santo

In questo giorno la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore, meditando la sua Passione e Morte, astenendosi dal celebrare la Messa.Ogni fedele è chiamato alla contemplazione, nutrendo il cuore di quegli affetti suggeriti dalla Liturgia delle Ore: la tranquillità nella pace di Dio, il riposo nella speranza, la fiducia piena nella Parola di Dio, certezza del compimento delle promesse divine e abbandono al giudizio di Dio.Il Sabato santo diventa forte richiamo ai credenti a “ritirarsi nel deserto” per rimanere soli davanti a Dio solo in una preghiera silenziosa di puro ascolto.


Origine e storia della celebrazione annuale della Pasqua

L’origine della celebrazione della Pasqua si trova nell’Antico Testamento: Esodo e Deuteronomio.Ogni anno Israele celebrava il memoriale degli eventi dell’Esodo secondo il comando del Signore. Nella celebrazione si vanno affermando due aspetti dell’evento pasquale: l’immolazione dell’agnello e l’uscita dall’Egitto come passaggio dalla schiavitù alla libertà.
Il passaggio dall’istituzione pasquale dell’Antico Testamento a quella del Nuovo Testamento avviene grazie alla coincidenza cronologica della morte di Gesù con la festa pasquale ebraica.
Secondo Giovanni la Nuova Pasqua nasce sul Calvario dove Gesù è immolato come agnello pasquale.
Per essere esatti bisogna considerare quattro Pasque nella storia della salvezza:
– la Pasqua del Signore: il passaggio di Jahvè nella notte dell’uscita dall’Egitto.
– la Pasqua dei Giudei: la celebrazione della memoria della cena pasquale.
– la Pasqua di Cristo: la sua immolazione sulla croce, il suo passaggio da questo mondo al Padre attraverso la passione e la risurrezione.
– la Pasqua della Chiesa: celebrata ogni anno, ogni settimana e ogni giorno nel rito eucaristico.